Le elezioni regionali lombarde del 2013 si terranno il 24 e 25 febbraio
2013 a seguito delle
dimissioni del consiglio regionale del 26 ottobre
2012. Saranno le
prime elezioni regionali anticipate nella storia della Lombardia e
serviranno a scegliere il 10º Consiglio Regionale.
La Lombardia
utilizzerà per la prima volta una propria legge elettorale per le elezioni
regionali (l.r. 31 ottobre 2012, n. 17), molto simile alla Legge Tatarella del 1995. La nuova legge è stata adottata prima delle dimissioni
dei 74 membri su 80 del Consiglio il 26 ottobre 2012.
Il
Consiglio regionale è composto da ottanta consiglieri, compreso il Presidente
della Regione. Gli altri 79 consiglieri regionali sono eletti con criterio
proporzionale sulla base di liste circoscrizionali concorrenti collegate a un
candidato presidente, con applicazione di un premio di maggioranza in favore
delle liste collegate al presidente eletto. Le circoscrizioni elettorali
coincidono con i territori delle province lombarde esistenti al 1° gennaio
2012. Ogni lista circoscrizionale è raggruppata a livello regionale; ogni
gruppo di liste deve essere presente almeno in cinque province. In ogni
circoscrizione perciò un candidato presidente può essere collegato a più d'una
lista.
Gli elettori dispongono di un voto per il candidato presidente e di un
voto per una lista provinciale, nonché di un voto di preferenza per uno dei
candidati della lista votata. È eletto Presidente della Regione il candidato
che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale. Alle
liste collegate è assegnato un premio di maggioranza variabile: almeno il 55%
dei seggi assegnati al Consiglio regionale se il candidato proclamato eletto
Presidente della Regione ha ottenuto meno del 40% dei voti validi; almeno il
60% dei seggi assegnati al Consiglio regionale se il candidato proclamato
eletto Presidente della Regione ha ottenuto una percentuale di voti validi pari
al 40% o superiore.
Le liste collegate al presidente eletto non possono
comunque ottenere più del 70% dei seggi. I seggi restanti sono ripartiti, con
metodo proporzionale, tra le liste collegate ai candidati alla presidenza non
eletti. I seggi sono attribuiti a livello regionale con Metodo D'Hondt ai diversi gruppi di liste e
distribuiti quindi alle liste provinciali appartenenti al singolo gruppo.
Partecipano all'assegnazione dei seggi i gruppi di liste che abbiano ottenuto a
livello regionale almeno il 3% dei voti espressi, ovvero che siano collegati a
un candidato presidente che abbia ottenuto almeno il 5% dei voti validi.
È
eletto consigliere il candidato alla carica di Presidente secondo classificato,
con riserva al medesimo dell'ultimo dei quozienti spettanti ai gruppi di liste
collegati. Secondo la legge Tatarella, erano eletti sul territorio soltanto 64
consiglieri, mentre 16 erano eletti in una lista regionale (cd. listino),
guidata dal candidato presidente. La lista regionale prima classificata,
perciò, eleggeva il presidente della Regione e 15 consiglieri
"blindati" (poiché non sottoposti singolarmente al voto popolare).
PORCELLUM
Legge Calderoli
La legge
n. 270 del 21 dicembre 2005 è la legge che ha modificato il sistema
elettorale italiano delineando la disciplina attualmente in vigore. È stata
formulata principalmente dall'allora Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, che in un'intervista televisiva la
definì «una porcata». Proprio per questo venne denominata porcellum
dal politologo Giovanni Sartori. Sostituì le leggi 276 e 277 del 1993 (cosiddetto Mattarellum), introducendo un sistema
radicalmente differente.
Voluta da Silvio Berlusconi, che il 4 ottobre 2005
"minaccia la crisi di governo nel caso in cui non venisse approvata la
riforma elettorale proporzionale", la legge fu approvata a pochi mesi
dalle elezioni politiche con i voti della maggioranza parlamentare della Casa
delle Libertà
(principalmente Forza
Italia, Alleanza
Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani, Lega Nord), senza il consenso
dell'opposizione (principalmente Italia dei Valori, Democratici
di Sinistra, Margherita, Partito della Rifondazione Comunista), che l'ha duramente criticata e
contrastata. Ha modificato il precedente meccanismo misto, per 3/4 a
ripartizione maggioritaria dei seggi, in favore di un sistema proporzionale
corretto, a
coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari
contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze.
La legge (in
vigore dal 31 dicembre 2005) finora ha regolato o regolerà le elezioni politiche italiane del:
- 2006, con formazione della XV Legislatura della Repubblica Italiana;
- 2008, con formazione della XVI Legislatura della Repubblica Italiana.
- 2013, con formazione della XVII Legislatura della Repubblica Italiana.
Nel 2009 si tennero tre referendum abrogativi, tesi a modificare tale legge in
più punti. Questi referendum, inizialmente fissati per il 18 maggio 2008, sono stati poi rimandati al 21 giugno 2009 per lo scioglimento anticipato delle Camere, avvenuto
il 6 febbraio 2008. Tutti e tre i referendum non sono riusciti a
raggiungere il quorum del 50% più un elettore, pertanto sono stati dichiarati
non validi.
La legge si
può considerare in controtendenza con l'esito del referendum del 18 aprile 1993, il quale, con un consenso
dell'82,7% dei voti e un'affluenza del 77%, portò all'abrogazione di alcuni
articoli della vecchia normativa elettorale proporzionale del Senato, configurando un sistema
maggioritario, delineato in seguito dalle leggi 276 (per il Senato) e 277 (per la Camera, nota anche come legge Mattarella) del 4 agosto 1993. Il sistema introdotto dalla legge 270 è completamente
nuovo. Il premio di maggioranza per la coalizione vincente alla Camera (caratteristica che si riscontra
all'estero solo in Grecia e a San Marino) era già apparso in due leggi
elettorali italiane del passato: la legge Acerbo del 1923 e la cosiddetta "legge truffa" del 1953, ma in entrambe ci furono delle soglie di sbarramento
per raggiungerlo, cosa che il porcellum non prevede.
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Calderoli
Nessun commento:
Posta un commento