domenica 28 ottobre 2012

Oltre l'orizzonte



Stati Uniti d' America - Parte II
 Anche negli USA c'e' l'incognita delle elezioni presidenziali.  Anche se va detto che  la finanza di Wall Street a differenza delle passate elezioni quando si schiero' compatta con Obama in questo giro si e' divisa a meta' . Molte societa' finanziano la campagna elettorale di Obama altrettante hanno versato somme ingenti nelle casse di Romney. Chi vincera' le lezioni comunque si trovera' ad affrontare qualche problemino. Dell'Occupazione in primo luogo . 
Di questo argomento ho gia parlato ma vale la pena di ritornarci. Innanzitutto  teniamo presente che il settore dei servizi conta ormai per oltre i due terzi per la creazione di posti di lavoro in America. Non solo, il settore delle piccole e medie imprese, domina il settore dei servizi ! Bene allora verifichiamo ancora una volta la capacita' di rilevazione dei dati occupazionali con i sistemi del BLS (  Bureau of Labor Statistics ). Visti i dati fantastici di creazione di nuovi posti di lavoro in questi settori emessi qualche giorno fa , che contraddicono gli stessi dati annunciati dall'indice ISM manifatturiero annunciati negli stessi giorni, vediamo cosa scopre http://www.streettalklive.com/daily-x-change/1250-nfib-small-businesses-dont-agree-with-bls.html.  
Il grafico dimostra , se qualcuno avesse ancora dei dubbi l'inaffidabilita' delle rilevazioni BLS. La divergenza fra i dati reali e quelli annunciati e' evidente. In sostanza, la  Federazione Nazionale della Independent Business (NFIB) che tramite le sue 350 mila piccole imprese associate fa sondaggi per capire quali sono le aspettative per questo settore. Ebbene l'indice NFIB e' sceso dello 0,1 % a settembre . Determinante per questa discesa la parte riguardante i piani di creazione di posti di lavoro. Questo e' sceso di un bel 6 %. Il dato dell'indice ancora sotto lo zero che presume aumento dell'occupazione e le dichiarazioni delle aziende che esprimono basse aspettative e pessimismo per le piccole e medie imprese per il futuro non possono far pensare a niente di buono per il futuro.
 La Bilancia commerciale
Ne ho parlato poco nelle mie mail ma e' una delle condizioni che determina lo stato di salute di un paese. In economia la bilancia commerciale è uno degli elementi principali della bilancia dei pagamenti, in contabilità nazionale è un conto nel quale viene registrato l'ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese. Il saldo di bilancia commerciale corrisponde alla differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni di merci (e non di servizi). La bilancia commerciale può essere in attivo, quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, con conseguente ingresso di capitale monetario nello stato, o in passivo, quando il valore delle importazioni supera il valore delle esportazioni, con conseguente uscita di capitale monetario dalla nazione.L'attività o la passività della bilancia commerciale di un paese è un indicatore fondamentale della sua solidità e della sua ricchezza economica. Il saldo della bilancia commerciale di due Paesi determina il tasso di cambio delle rispettive monete. 
Il Dipartimento del commercio ha reso noto che nel mese di agosto il deficit della bilancia commerciale americana è stato pari a 44,2 miliardi di dollari, in rialzo del 4,1% rispetto alla rilevazione di luglio rivista al ribasso da-42 a -42,5 miliardi di dollari. L’indicazione  ha deluso le attese degli analisti che si erano preparati ad una flessione a 43,8 miliardi. Ricordate quando nelle mail dicevo che gli USA non potevano stare al riparo  dai problemi europei e dei paesi come Cina e India ?
 

E' utile ricordare che le aziende esportatrici americane non potranno che soffrire da questa situazione . Teniamo presente che sul fronte interno le esportazioni sono più che mai di fondamentale importanza in quanto corrispondono a più del 13% del PIL ( GDP, Gros Domestic Product nel grafico ) e influenzano circa il 40% degli utili societari.

Nel mese di agosto, le esportazioni sono diminuite, le importazioni di prodotti petroliferi e del petrolio hanno fatto aumentare i prezzi a causa della debolezza del dollaro. le importazioni di prodotti petroliferi e del petrolio hanno fatto aumentare i prezzi a causa della debolezza del dollaro.Quindi la veloce svalutazione del dollaro non potrà far altro che rendere più onerose le importazioni e allo stesso tempo favorire le esportazioni ma molto dipenderà dalla dinamica globale. Ovviamente l’aumento delle importazioni rispetto alle esportazioni creerà un disavanzo che non mancherà di influenzare negativamente il PIL  già ormai vicino alla crescita reale , tolta l'inflazione, recessiva ovvero 1,25% anche nel 2013. Storicamente quando entrambe le importazioni e le esportazioni diminuiscono simultaneamente indicano l’inizio di una recessione. 

  

    Del Mercato Immobiliare ho parlato spesso. 
Oltre alla droga immessa dalla FED per stabilizzare i prezzi delle case va ricordato che oltre il 90 % delle case pignorate sono ora di proprieta' delle banche che non le immettono sul mercato per non doverle vendere a prezzi ridicoli. Anche solo una piccola immissione sul mercato di queste case procurerebbe una nuova diminuzione dei prezzi. Inoltre , dopo una pausa per lo scandalo delle firme false da parte delle banche, il numero dei sequestri ha ripreso la sua marcia verso l’alto (nell’ordine di 3 milioni di pignoramenti l’anno).  Nonostante il mantenimento di molte case nei bilanci delle banche, la situazione è allarmante: delle dieci più grandi città degli Stati Uniti dopo New York, la percentuale d’annunci dei pignoramenti è del 56% , con città come Los Angeles (la seconda città degli Stati Uniti) o Chicago (terza) con una percentuale di sequestri pari al 67%, per non parlare, ovviamente di Detroit o di Miami, dove si sale al 75%. Si segnala inoltre che gli annunci con riduzione di prezzo sono molto più numerosi di quelli in cui il prezzo è in aumento. Solo New York sembra avere un mercato dinamico, senza pignoramenti e aumenti. Piu' pignoramenti uguale a piu case sul mercato e quindi prezzi in discesa.
Sentirete parlare del Fiscal Cliff ( Scoglio Fiscale ). 
Il Fiscal Cliff è un mix di due parole che, messe insieme, valgono la cifra di 607 miliardi di dollari USA relative a spese ed agevolazioni fiscali che verranno a scadere in data 31/12/2012. Si tratta addirittura degli incentivi fiscali introdotti nell’era Bush e si dovrà trovare un accordo sul tetto al debito Usa per evitare tagli automatici alle spese e aumenti delle tasse. Vale ben il 4% del PIL USA. Lo scenario con o senza Fiscal Cliff cambia notevolmente . Questa la crescita o meno del PIL .  Queste l'aumento o meno delle tasse. Mediamente una famiglia americana potrebbe avere 1000 $ in meno di reddito. Nell'ultimo censimento il popolo americano era composto da circa 309.000.000 persone . Di queste , 9 milioni hanno perso la casa, 12 rischiano di perderla, 29 sono sottoccupati, 46 circa vivono di sussidi, food stamps e 9 hanno perso il diritto all’assistenza sanitaria.  
Una grande sfida per chiunque vincera' le prossime elezioni per far rivivere il sogno americano. 


 Paolo.      
Fine parte II.                 







Nessun commento:

Posta un commento